Ottant'anni fa Pearl Harbour. L'inizio della guerra per il predominio nell'Oceano Pacifico

di redazione 08/12/2021 CULTURA E SOCIETÀ
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L'ottantesimo anniversario dell'attacco giapponese a Pearl Harbor arriva mentre l'arcipelago delle Hawaii è sferzato da una tempesta invernale che, secondo il servizio meteo nazionale, causerà "alluvioni catastrofiche". La portavoce della Marina Brenda Way ha dichiarato a Associated Press che la celebrazione dell'anniversario, in cui si ritrovano veterani e sopravvissuti dell'attacco del 7 dicembre 1941, va avanti secondo i programmi previsti nonostante le avverse condizioni meteorologiche.

La tempesta, che ha già interrotto la fornitura di energia elettrica in diversi luoghi delle Hawaii, è arrivata proprio in queste ore a Oahu, l'isola più popolosa dell'arcipelago dove si trova il porto preso di mira 80 anni fa dalla Marina imperiale giapponese nel micidiale attacco orchestrato dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto. La cosiddetta "Operazione AI" scattò alle 7 e 48 della mattina del 7 dicembre 1941 quando, al grido "Tora, tora, tora", con centinaia tra bombardieri e aerosiluranti e alcuni sommergibili, il Giappone sferra a sorpresa il suo attacco alla base della flotta Usa nel Pacifico. Il bilancio di quelle due ore di inferno fu terribile per gli Stati Uniti: oltre 2.400 morti e più di 1.200 feriti. Una corazzata saltò in aria, altre tre furono affondate e una, la Oklahoma, si capovolse portando alla morte di oltre 400 tra marinai e marines molti dei quali rimasti intrappolati nello scafo. Il tributo di sangue peggiore fu quello della USS Arizona su cui in quel giorno persero la vita oltre 1.100 militari. Il giorno dopo il Congresso votò, con un solo voto contrario, l'entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra mondiale e il presidente Franklin Delano Roosevelt comunicò la decisione nel famoso discorso del "giorno dell'infamia". 

Sebbene l'attacco fu sferrato certamente a sorpresa in un momento in cui tra Giappone e Stati Uniti erano ancora aperte relazioni diplomatiche - tanto che proprio quel giorno una delegazione giapponese si trovava a Washington per un incontro diplomatico - le tensioni tra i due Paesi erano sempre più forti,  a due anni dallo scoppio del conflitto de dopo la firma da parte di Tokyo nel settembre 1940 del patto dell'Asse con Roma e Berlino. Tensioni che venivano da lontano. Una delle radici fu la politica espansionistica portata avanti negli anni '30 dall'Impero giapponese nel Pacifico con l'occupazione della Manciuria nel 1931 e l'invasione della Cina nel 1937 che portò al più grave conflitto asiatico del XX secolo. Una ferita ancora aperta viste le reazioni suscitate proprio in queste ore per la visita di molti deputati giapponesi membri del partito conservatore al governo guidato dal primo ministro Fumio Kishida, al Santuario Yasukuni a Tokyo, dedicato ai soldati morti combattendo al servizio dell'Imperatore.

Le vittime dell'aggressione giapponese durante la prima metà del XX secolo, soprattutto cinesi e coreani, vedono il santuario come un simbolo del vecchio militarismo espansionista giapponese e un segno di mancanza di ripensamento per le azioni di guerra del Paese. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha detto che la visita dei deputati in questo giorno è stata una "mossa deliberata e una provocazione". Il ministero degli Esteri della Corea del Sud ha espresso "profonda preoccupazione e rammarico" per la visita "su larga scala" a un santuario che "rende omaggio al saccheggio coloniale e alla guerra di aggressione del Giappone". Sono passati solo cinque anni ma sembrano lontani i tempi della prima visita di un premier giapponese a Pearl Harbor.



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