Vaticano contro DDL Zan. Cosa significa dal punto di vista politico. I nodi irrisolti del Concordato in una Repubblica democratica

di redazione 23/06/2021 POLITICA
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Il Concordato: accordo Italia-Vaticano

Nel 1929 furono stipulati, tra il Regno d'Italia e la Santa Sede, i Patti Lateranensi che misero fine a importanti questioni tra le due parti, regolando diversi aspetti giuridici come l'insegnamento della religione cattolica o il riconoscimento della sovranità del Vaticano. Questi Patti (chiamati anche Concordato) furono rivisti nel 1984.

Il Papa in persona ha approvato la Nota verbale consegnata il 17giugno da monsignor Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri “vaticano, all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.

La Sala Stampa della Santa Sede ha confermato in mattinata che il documento riguardante il progetto di legge Zan, anticipato dal Corriere della Sera oggi in edicola, era stato effettivamente consegnato il 17 giugno scorso. Aggiungendo che la Nota era stata inviata “informalmente”. Come a sottolineare ulteriormente che si tratta di un gesto non dirompente. Anche se nella prassi diplomatica è notorio che lo strumento della Nota verbale è una comunicazione informale, che non viene neppure firmata per esteso, ma semplicemente siglata da un diplomatico, in questo caso Gallagher.

Valenza sottolineata dal professor Mirabelli nell’intervista ad Huffpost, cui ha aggiunto una notazione: “Non si può immaginare che un passo di questo genere sia avvenuto senza l’assenso esplicito di Papa Francesco. È come se si potesse immaginare che un ambasciatore agisca contro le direttive del suo Governo. Impensabile”.

Una ricostruzione (confermata da fonti interne vaticane ad Huffpost) che smentisce una vulgata secondo cui l’intervento potrebbe costituire uno “sgambetto” della Curia contro Francesco.

“Certamente c’è preoccupazione, della Santa Sede e di ciascuno noi” sul ddl Zan, ha sottolineato il cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio del Papa per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani.  “Non ho letto i dettagli della legge - ha aggiunto - e quindi non ho la conoscenza per rispondere. Chiedete alla Segreteria di Stato”.

L’Osservatore Romano , organo ufficiale vaticano pubblicato on line alle 15 ha commentato che il Vaticano con la Nota verbale al governo italiano chiede una “diversa modulazione del disegno di legge sull’omotransfobia”, il ddl Zan. ”Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa del disegno di legge contro l’omotransfobia, all’esame del Senato - riporta il quotidiano d’Oltretevere- ’riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica’ in tema di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale, ovvero quelle libertà sancite dall’articolo 2, ai commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato del 1984″. “Nel documento - annota ancora il quotidiano - si rileva come il ddl Zan rischi di interferire, fra l’altro, con il diritto dei cattolici e delle loro associazioni e organizzazioni alla ’piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’, come previsto dal comma 2”.

Il Papa è Papa proprio in quanto è il vescovo di Roma ed è di conseguenza il primate d’Italia, quindi anche al di là del Concordato, ma non si può giuridicamente considerare un’ingerenza la sua su quanto avviene nel nostro Paese.

Anche perché tutti i tentativi esperiti nel corso degli ultimi mesi dalla Conferenza episcopale italiana non sono andati a buon fine. E si tratta per il Vaticano non di affossare il ddl Zan, ma di chiedere modifiche su aspetti controversi, in particolare di natura penale. Tra le valutazioni fatte dalle gerarchie ecclesiastiche, potrebbe esserci anche una riflessione su quanto avviene in altri paesi occidentali, dove norme analoghe a quelle previste dal ddl Zan sono già leggi. 

E' proprio a questa intesa che fa riferimento il Vaticano nell'ambito delle polemiche sul ddl Zan. 

Secondo i vescovi infatti sottoporre «a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papà e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione». E ancora: «Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso». Sappiamo che questa affermazione è falsa (anche solo per via dell’articolo 4 del ddl Zan, vedi box). Tuttavia essendo di facile comprensione e quindi di facile diffusione non a caso è la più gettonata dai leader politici oltre che da organizzazioni integraliste come Pro Vita et similia che stanno facendo propaganda in ogni dove per far fallire il voto in Senato.

O meglio, quella affermazione è solo parzialmente vera. È vero infatti che la legge già oggi prevede che l’istigazione alla discriminazione e alla violenza per ragioni etniche, nazionali e religiose sia considerato un reato con un’aggravante per delitti commessi per finalità di odio etnico, razziale o religioso (legge Mancino).

Quel che non vogliono la Cei e i suoi sodali è che i crimini d’odio o le aggravanti fondate su ragioni di odio debbano valere anche quando il bersaglio sono persone Lgbt e disabili. Dire dunque che questa equiparazione rischi di punire penalmente la propaganda a favore della famiglia cosiddetta tradizionale è dire il falso e farlo consapevolmente. Perché significherebbe che la legge Mancino punisce anche il proselitismo religioso, cosa che palesemente non fa e questo la Cei lo sa benissimo. Però tutto fa brodo.

Perché tanta agitazione dei vescovi? Forse perché è fondamentale impedire che si disvelino definitivamente anche da noi venti secoli di reiterata negazione di diritti umani e civili basata su fandonie violentissime sulla realtà umana e intromissione nella vita privata dei cittadini. Un piccolo esempio. «Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati – cita il Catechismo al canone 2357 – Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita… In nessun caso possono essere approvati». E poi più avanti al canone 2360, il primo del capitolo intitolato “L’amore degli sposi”: «La sessualità è ordinata all’amore coniugale dell’uomo e della donna». La matrice di queste “idee” è il VI Comandamento (“Non commettere atti impuri”) ma non vi ricorda l’ultimo Tajani quando dice che la donna si realizza solo con la maternità e che la famiglia senza figli non esiste? La cultura della discriminazione delle persone omosessuali va dunque preservata perché porta con sé la visione dell’identità di donna che si realizzerebbe solo quando è moglie e madre. Una visione è bene ribadirlo tanto cara anche ai fascisti di ieri e di oggi.

È dunque lecito pensare che la strenua opposizione della Chiesa al ddl Zan vada ben oltre il rifiuto (a parole) dell’omosessualità. Addirittura potrebbe essere in gioco uno dei pilastri della cultura e del potere ecclesiastico il cui baricentro è in Italia. Forse è esagerato come pensiero. O forse no. Del resto sono ormai 25 anni che si tenta di varare una legge contro l’omofobia, visto che le prime proposte furono presentate nel 1996 quando era presidente del Consiglio Romano Prodi.

 

LE REAZIONI

Ne parlerò domani in Parlamento, è una domanda importante”. Di più il premier Mario Draghi non ha detto rispondendo ieri a una domanda dei giornalisti sulle tensioni sul ddl Zan. Per evitare fibrillazioni con il Vaticano il presidente del Consiglio, spiegano fonti parlamentari della maggioranza, si augura un accordo tra le forze politiche, medierà affinché arrivi un segnale. In conferenza stampa la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, è andata oltre: “I trattati europei - ha sottolineato - sono molto chiari nell'articolo 2, di proteggere la diversità e la dignità di ogni singolo essere umano e di proteggere la libertà parola insieme ad altri valori". "Trovare l'equilibrio è compito dell'Unione europea", ha affermato.

 

E' netto, invece, il presidente della Camera, Roberto Fico. “La risposta” al Vaticano “è semplice: il Parlamento è sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente - ha detto l'esponente M5s ad Agorà -. Il ddl Zan è già passato alla Camera, ora è al Senato, sta facendo” il suo iter “e noi non accettiamo ingerenze. Il Parlamento è sovrano e tale rimane”.

Ma la mossa del Vaticano che, attraverso un atto diplomatico portato avanti dal segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher, ha fatto notare come il provvedimento metta in discussione la sua libertà di organizzazione e leda la libertà di pensiero dei cattolici ha alimentato lo scontro tra le forze politiche. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari i capigruppo di Pd, M5s e Leu al Senato informalmente hanno incontrato il presidente di palazzo Madama, Elisabetta Casellati. La richiesta è che venga convocata nel più breve tempo possibile una conferenza di capigruppo che discuta del calendario e su quando arriverà in Aula il testo Zan.

Ma il centrodestra si oppone a portare direttamente nell’emiciclo il ddl, bypassando la commissione. La Lega rilancia la necessità della convocazione di un tavolo politico, il segretario del partito di via Bellerio Matteo Salvini propone un incontro a Enrico Letta. “Se c'è la volontà di ragionare insieme su un testo che non cancelli la libertà di opinione, ma che tuteli da aggressioni e discriminazioni, noi siamo assolutamente d'accordo”, dice l’ex ministro dell’Interno.     

Proprio Letta era intervenuto per sostenere la strada del dialogo, affinché si affrontino le criticità emerse, ma difendendo allo stesso tempo l’impianto della legge. Una posizione, quella della difesa del testo, poi rafforzata in un secondo momento con un’ulteriore comunicazione, dopo l’incontro con i parlamentari dem e i membri del partito della Commissione Giustizia. I dem chiedono intanto tempi certi per l'approvazione. Poi – spiega un esponente Pd di primo piano – siamo pronti anche a discutere, ma senza che la palla sia rimandata ogni volta in tribuna. "Il confronto non deve essere un richiamo nobile che nasconde la scelta di fare decadere il provvedimento", puntualizza il dem Mirabelli.

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha ringraziato il Vaticano per la nota ufficiale con cui la Santa Sede chiede al governo italiano di stoppare il ddl Zan contro l'omofobia, al momento in discussione in commissione Giustizia del Senato, dopo l'approvazione definitiva alla Camera lo scorso novembre. La legge secondo la Santa Sede violerebbe in alcuni punti l'accordo di revisione del Concordato.

"Bene. Ringrazio il Vaticano per il buonsenso. Lottare contro ogni tipo di discriminazione e di abuso di violenza è nel nostro Dna perché ognuno deve essere libero di amare, vivere e di scegliere come condividere la sua vita", ha dichiarato Matteo Salvini a Lamezia Terme per inaugurare una sede della Lega. "Del ddl Zan – ha aggiunto – abbiamo sempre contestato il fatto che fosse un bavaglio nei confronti della libertà di opinione. Quindi, se c'è la volontà di ragionare insieme su un testo che non intacchi questo principio e che tuteli da ogni discriminazione noi siamo assolutamente d'accordo". 

La notizia della comunicazione formale, consegnata lo scorso 17 giugno all’ambasciata italiana presso la Santa Sede da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, è stata pubblicata dal Corriere della Sera. Dal documento emergono le preoccupazione della Santa Sede per il ddl Zan: "Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato — recita il testo — riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato". Si tratta della prima volta in cui la Chiesa interviene durante l'iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi.

Questa mattina il segretario del Pd Enrico Letta si è detto disponibile al confronto in Parlamento e alla discussione di alcuni "nodi giuridici" della legge, che amplia la legge Mancino contro i crimini d'odio, comprendo anche le discriminazioni per misoginia e omotransfobia.

"Bene, era la richiesta della Lega – ha replicato Matteo Salvini – Sì alla libertà di amare, sì alla lotta contro ogni discriminazione, sì alla punizione di ogni genere di violenza. No a censura e processi per chi ritiene che mamma, papà e famiglia siano il cuore della nostra società, no al gender nelle scuole, no a chi vuole rubare fiabe e sogni ai nostri bambini, no all'utero in affitto. Sempre dalla parte della Libertà e dei diritti". 


Per Roberto Grendene, segretario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), "Il Vaticano ha violato l'indipendenza e la sovranità della Repubblica. Il governo ha l'obbligo politico e morale non solo di resistere alle pressioni ma di denunciare unilateralmente questa inaudita ingerenza negli affari dello Stato". 

"È un evento senza precedenti. Mai la diplomazia vaticana si era intromessa con un atto formale nell'iter di approvazione di una legge dello Stato (che tutela i diritti poi!). In nome del Concordato si viola di fatto la nostra Costituzione, che stabilisce l'indipendenza e la sovranità della Repubblica: si tratta di un atto gravissimo, rispetto al quale il governo e il Parlamento devono prendere immediatamente le distanze. Se le cose stanno così a maggior ragione occorre approvare la legge Zan e denunciare unilateralmente il Concordato". 

Dure critiche di Fedez alla richiesta del Vaticano al governo italiano di modificare il ddl Zan perché "viola il Concordato". "Il Vaticano che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali - scrive il cantante su Twitter - dice all’Italia 'guarda che con il ddl Zan stai violando il Concordato'". Dello stesso tono è Elodie: "Ringrazio i miei genitori che non mi hanno battezzata".

Fedez è un sostenitore, da tempo, del ddl Zan, il disegno di legge contro lʼomotransfobia e la misoginia. Anche Elodie, tramite Instagram stories, interviene sulla questione esprimendo il suo sostegno al ddl: “Oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata, grazie".

Ma che cosa chiede la Santa Sede nella nota inviata all'Italia? "Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica", fanno notare dal Vaticano.

I cattolici temono di non essere più liberi di esprimere le proprie opinioni. E fanno diversi esempi che vanno dalla didattica nelle scuole alla pastorale nelle chiese: un sacerdote, parlando di famiglia nel corso di un'omelia, potrebbe andare in contrasto con quanto prescritto dal provvedimento.


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