Governo, firmato il Green Pass al via dal Primo luglio. Cos'è e come funziona

di redazione 17/06/2021 POLITICA
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Il Presidente del Consiglio ha firmato  il Dpcm sul Green pass, che definisce le modalità di rilascio delle Certificazioni verdi digitali COVID-19 che faciliteranno la partecipazione ad eventi pubblici, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostamenti sul territorio nazionale.  Con la firma del Dpcm si realizzano le condizioni per l’operatività del Regolamento Ue sul 'Green Pass', che a partire dal prossimo 1° luglio garantirà la piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione.

In tal modo, sarà assicurata la piena libertà di movimento sul territorio dell’Unione a tutti coloro che avranno un certificato nazionale valido. Il sito dgc.gov.it è operativo a partire da oggi, tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni effettuate fino al 17 giugno saranno rese disponibili entro il 28 giugno. La piattaforma informatica nazionale dedicata al rilascio delle Certificazioni sarà progressivamente allineata con le nuove vaccinazioni. Per tutte le informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. I cittadini già dai prossimi giorni potranno ricevere notifiche via email o sms. La Certificazione sarà disponibile per la visualizzazione e la stampa su pc, tablet o smartphone. In alternativa alla versione digitale, la Certificazione potrà essere richiesta al proprio medico di base, pediatra o in farmacia utilizzando la propria tessera sanitaria. Emissione certificato a 15 giorni prima o unica dose "I dati delle somministrazioni vengono trasmessi quotidianamente, si stima quindi un'attesa massima di un paio di giorni per generare la Certificazione. Nei casi di prima o unica dose, secondo il tipo di vaccino, l'emissione avverrà dopo 15 giorni": è quanto si legge nelle Faq al sito dgc.gov.it.

Riguardo al test negativo "la trasmissione dei dati richiede poche ore, la generazione della Certificazione avverrà nella giornata", si spiega, mentre per la guarigione da Covid-19, la trasmissione dei dati richiede poche ore, la generazione della Certificazione avverrà massimo nella giornata successiva". "Regioni, Province autonome, medici di base, laboratori di analisi e farmacie trasmettono le informazioni relative a vaccinazioni, test e guarigioni allivello centrale - si legge ancora nelle Faq - Una volta raccolte le informazioni, la Piattaforma nazionale del ministero della Salute rilascia la Certificazione. Le tempistiche per la trasmissione dei dati, e la conseguente generazione della Certificazione, possono variare in base al tipo di prestazione sanitaria". Il nodo stato di emergenza L'intenzione c'è e appare tecnicamente scontata. La proroga dello Stato di emergenza, che scade il 31 luglio, è sul tavolo di palazzo Chigi, che la sta vagliando con attenzione. Anche se non è stato ancora deciso nulla, il premier Mario Draghi sarebbe intenzionato ad allungare la misura fino a dicembre per non vanificare alcuni meccanismi di contrasto alla pandemia: primo fra tutti il lavoro della struttura commissariale del generale Figliuolo e l'esistenza del Cts.

In ballo ancora un piano vaccini che, soprattutto ora con lo stop ad Astrazeneca agli under 60, potrebbe subire dei ritardi. L'approvvigionamento da rimodulare, le terze dosi da organizzare e soprattutto quella fase due che vedrebbe l'uscita di scena degli hub a favore di un sistema delocalizzato merita un controllo capillare per non rischiare di vanificare il percorso fatto con la campagna affidata nelle mani del generale. Senza contare che - è il ragionamento - non siamo ancora usciti completamente dalla pandemia. I risultati sono soddisfacenti, ma in conto bisogna mettere anche il fatto che siamo in estate e il virus - lo hanno imparato tutti - con il caldo perde di aggressività. Quello che non vuole Draghi è uscire dall'emergenza per poi rientrarvi in autunno, insomma, per lui il rischio "deve essere sempre ragionato" e non si possono permettere proprio ora passi falsi. Inoltre senza lo Stato di emergenza verrebbe meno la possibilità per le imprese di utilizzare lo smart working e anche la Dad nelle scuole in caso di quarantena. Per ora, spiegano fonti della maggioranza, si è aperta una riflessione e all'interno dell'esecutivo sono già emersi dei distinguo. Matteo Salvini, il leader della Lega in questi giorni ha puntato più volte i piedi ricordando che "non ci sono i presupposti per trascinare lo stato di emergenza, bisogna accelerare sul ritorno alla normalità".

Ma questa mattina sull'eventuale proroga - incontrando il Presidente del Consiglio, Mario Draghi - è sembrato meno perentorio, sottolineando che se "ne riparlerà a luglio, quando scadrà". Poi ha aggiunto: "Al premier ho anche chiesto di togliere l'obbligo delle mascherine all'aperto". Non è della stessa idea l'alleata di governo e coalizione, Mariastella Gelmini, che appare più possibilista: "La valutazione sulla proroga dello Stato di emergenza la farà il Governo con il supporto dei tecnici e del Cts: non si deve abusare della proroga perché sono poteri speciali utilizzati solo dove strettamente necessario, ma la variante Delta non deve essere sottovalutata. Errore che il Governo non farà". Dal partito democratico si alza la voce dell'ex ministri per gli Affari regionali, Francesco Boccia: "E' da ipocriti pensare di cancellarlo proprio in questa fase". Proprio dai governatori arriva un'apertura a una proroga che dovrebbe arrivare fino al 31 dicembre: "Le regioni si stanno orientando verso questa opinione che speriamo sia condivisa dal governo", annuncia Michele Emiliano. La posizione del ministro Speranza invece è quella di dare un segnale al paese e come detto nei giorni scorsi - anticipando un pare del tutto personale - "la fine della procedura speciale sarebbe un bel segnale". Per Giorgia Meloni, invece, la proroga dello Stato di emergenza con il paese che si avvia alla zona bianca totale "è una follia".

La decisione sarà presa nei prossimi giorni, non è infatti urgente chiudere la partita in fretta. Per ora l'accelerata del governo è quella sul green pass che dovrebbe essere liberato a breve da Palazzo Chigi, molto probabilmente già oggi. L'intenzione del premier è infatti quella di muoversi prima di Bruxelles, che dovrebbe dare al via libera al certificato verde per l'inizio di luglio. Sul fronte mascherine, da metà luglio potremmo dire addio all’obbligo della mascherina all’aperto. Questa, secondo insistenti indiscrezioni, l’ipotesi che il governo Draghi starebbe valutando. Ipotesi che sarebbe ritenuta plausibile anche dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza, da sempre del fronte 'rigorista'. Anche se questa mattina, il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, nel corso di una intervista ha detto che "dai primi di luglio sarebbe opportuno far cadere l'obbligo". 

Sull’esempio di altri Paesi come Germania e Francia anche l’Italia è sulla strada dell’allentamento della misura. La data da segnare sul calendario potrebbe essere il 15 luglio. Niente più obbligo di indossare la mascherina all’aperto non significherà accantonare per sempre il dispositivo di sicurezza: sarà necessario portare sempre con sé la mascherina, che andrà indossata nelle circostanze di affollamento e nei luoghi al chiuso come mezzi pubblici, negozi, supermercati.  Sul fronte del green pass, è il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a mettere in dubbio che oggi possa arrivare l'ok del Consiglio dei ministri. "So che il ministero della Salute sta lavorando. Ci sono problemi da coniugare con alcune norme del nostro ordinamento. Attendiamo che il ministero della Salute dia delle indicazione dopo aver definito con il Cts". Nel Consiglio dei ministri "di oggi non c'è un testo che vada in questa direzione" dell'ok al Green pass, ha detto, intervenendo a 'Oggi è un altro giorno', su RaiUno 



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